Le tele di Adriano Romano tra storia e romanticismo

con Nessun commento

il viaggio nelle opere del pittore di Sala Consilina

Un fine ed attento “dicitore” del paesaggio ma anche di volti e oggetti. Adriano Romano, pittore salese, di origini lucane, può essere cosi definito. Il suo percorso artistico è variegato e singolare allo stesso tempo. Romano ama dipingere quel che lo circonda e da cui emana il vero. Tutto ciò che pulsa il pittore lo trasporta su tela in modo da catapultare chi guarda nel mondo ritratto in quell’ opera. Con i colori vivi dell’ acquerello e con i tratti decisi della matita l’ artista ha riportato nei suoi lavori, volti, paesaggi, chiese, fiori, frutti. La vita.

 

La sua produzione ripropone le antiche chiese di Sala Consilina, i mestieri dimenticati, come nel dipinto che ritrae l’ artigiano Benito intento a costruire gli antichi barili che si usavano un tempo, per il trasporto dell’ acqua; o come nella “contadina al lavoro”, dove sul volto segnato dalla donna intenta a spostare una cesta piena del lavoro di una giornata in campagna si coglie la vita semplice di un tempo. E si coglie altresì la sensibilità del pittore verso i contadini del sud. Gli acquerelli di Romano lasciano intravedere una città che non c’è più immortalata dall’ artista quasi come fa il fotografo in un’ istantanea.

 

I paesaggi sono quelli rurali del Vallo di Diano; antichi casali e pergolati sono ripresi con pennellate delicate da cui emerge una freschezza che li rende attuali ed una nostalgia che li allontana dall’ oggi. Il pittore valdianese si rifà alla scuola napoletana della seconda metà dell’ Ottocento e dei primi del Novecento: in particolar modo i suoi maestri sono Filippo Palizzi, Pietro Scoppetta, Gaetano Esposito ed Eduardo Dalbono da cui ha preso la tecnica del ritrarre dal vero dando grande importanza alla luce e alle diverse tonalità per definire cose e persone. Anche nelle opere di Romano la luce è protagonista conferendo ai dipinti un misto di magia e romanticismo propri d’ altri tempi.

 

Comunicato stampa di Giusi Cavallo pubblicato sul quotidiano “la Nuova del Sud” il 19/09/2007